Nata a New York il 1 febbraio 1926, è stata scoperta solo nel 2007 grazie ad un giovane americano, John Maloof, che durante una ricerca sulla città di Chicago, comprò all'asta il contenuto dell'appartamentino di una donna che aveva smesso di pagarne l'affitto. Tra le tante cose all'interno di quelle stanze, Maloof trovò una cassa piena di rullini da sviluppare. Iniziò a stampare alcune di quelle foto ottenendo parecchio consenso ed incoraggiamento dalla comunità fotografica di Flickr. Fu così che "nacque" la fotografa Vivian Maier con al collo la sua inseparabile Rolleiflex.

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Il concept della mostra di Palazzo Sarcinelli è l'autoritratto realizzato attraverso tre filtri estetici: l'ombra, il riflesso e lo specchio. In molte sue composizioni Vivian Maier sentiva la necessità di raccontare più storie e creare realtà oniriche come se più mondi fossero simultaneamente presenti nelle immagini. La sua autorappresentazione riflessa fu anche una dichiarazione di vita e il segno del suo passaggio nel contesto e nell'attimo fotografato, oltre che una ricerca di identità che nella vita quotidiana era messa in ombra dalla sua condizione sociale. Oggi la Maier è un riferimento per tutti gli appassionati di street photography che prevede la spontaneità del soggetto e la presenza del fotografo capace di rendersi invisibile nella scena, oltre che tempismo e prontezza nel cogliere il momento giusto.

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La sua luce si spense a Chicago, il 21 aprile 2009, la luce delle sue foto invece rimarrà imperitura: di lei ci rimarranno la grandissima passione e il quasi bisogno di fare fotografia a prescindere dal giudizio degli altri, forse è questo il motivo per cui abbiamo dovuto scoprirla così tardi.